Krokus - Discography


Album Krokus
Label Phonogram
Pubblication year 1976
Tracklist Majale / Angela part 1/ Energy / Mostsaphin / No Way / Eventide Clockworks / Freak Dream / Jumpin’ In / Insalata Mysta / Angela part 2 / Just Like Everyday
Line-up Chris Von Rohr (vox, drum), Tommy Kiefer (guitar), Remo Spadino (bass), Hansi Droz (guitar).
La prima fatica dei Krokus viene qui inserita più per dovere di cronaca che per la sua importanza storica. Reperire questo vinile, pubblicato nel lontano '76 dalla minuscola Schnautz, sussidiaria della Phonogram, e mai più ristampato, è un vero e proprio calvario a cui solamente il collezionasta più incallito può e deve sottoporsi. Vi consigliamo, a tal fine, la trasferta presso qualche sperduto negozietto sulle montagne svizzere oppure esiste la possibilità di fare impazzire il vostro music store di fiducia! Da tutte le parti il verdetto è unanime e questa prima fatica della band d'oltralpe viene etichettata come anonima ed orientata verso sonorità hard/prog sinfoniche.

Recensione realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: S.V.
Krokus - To You All
Album To You All
Label Phonogram
Pubblication year 1977
Tracklist Highway Song / To You All / Festival / Move It On / Mr.Greedy / Lonesome Rider / Protection / Trying Hard / Don't Stop Playing / Take It Don't Leave It
Line-up
Chris Von Rohr (vox), Fernando Von Arb (guitar), Tommy Kiefer (guitar), Jurg Naegeli (bass, keyboards), Freddy Steady (drum)
Con l'ingresso di Von Arb, Naegeli e Steady, tutti provenienti dai Montezuma, un'altra band di Solothurn, la formazione si stabilizza e questo "To You All", fino a pochi mesi fa introvabile ed ora disponibile su cd, è il primo full lenght di chiaro stampo hard rock partorito dai Krokus. Nonostante la copertina molto aggressiva si tratta prevalentemente di un lavoro ingenuo e acerbo. L'hard rock proposto dai nostri è ancora "poppeggiante", inoffensivo ed a tratti imbarazzante, vedasi i coretti doo-wop di "Move It On" o il blues all'acqua di rose di "Trying Hard". Il tasso tecnico è scarso e Von Rohr si dimostra più volte non all'altezza della situazione. Il brano migliore è probabilmente l'opener "Highway Song", di cui venne girato un video-clip, seguita poi dalla discreta "Festival", salvata da un buon solo di Von Arb.

Recensione realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: 5
Krokus - Pain Killer
Album Pain Killer
Label Phonogram
Pubblication year 1978
Tracklist Killer / Werewolf / Rock Ladies / Bad Love / Get Out Of My Mind / Rock Me Rock You / Deadline / Susie / Pay It! / Bye Bye Baby
Line-up
Chris Von Rohr (vox), Fernando Von Arb (guitar), Tommy Kiefer (guitar), Jurg Naegeli (bass, keyboards), Freddy Steady (drums)
Con "Pain killer" si iniziano a sentire i primi progressi: l'album è di poco più potente del predecessore e si può ritrovare qualche spunto interessante nel solido heavy-riffing di "Werewolf", di "Pay It!" e nella zeppeliniana "Rock ladies". Tuttavia i veri Krokus non sono ancora questi, l'album ha ancora troppi cedimenti a causa di brani banali come "Get Out Of My Mind" e "Susie". Von Rohr continua a confermare tutte le sue lacune ed il terribile urlaccio che introduce "Killler" ne è chiara testimonianza. Cattive notizie anche sul versante grafico, dato che l'artwork del presente LP è probabilmente iscrivibile fra i più brutti della storia del rock. "Pain Killer" permette ai Krokus di ottenere, nonostante le pecche evidenziate, una certa popolarità anche fuori dai confini svizzeri, soprattutto in Germania ed Inghilterra. L'edizione americana si intitola "Pay It In Metal" e propone soluzioni grafiche differenti rispetto a quella europea.

Recensione realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: 5,5
Krokus - Metal Rendez-Vouz
Album Metal Rendez-Vouz
Label Ariola
Pubblication year 1980
Tracklist Heatstrokes / Badside Radio / Come On / Streamer / Shy Kid / Tokyo Nights / Lady Double Dealer / Fire, No Way / Backseat Rock'n'Roll
Line-up
Marc Storace (vox), Fernando Von Arb (guitar), Tommy Kiefer (guitar), Chris Von Rohr (bass), Freddy Steady (drums)
Il 1979 è l'anno della svolta per i Krokus. Von Rohr, conscio dei suoi limiti come vocalist, decide di dedicarsi al basso e lascia il microfono a Marc Storace, di passaporto svizzero ma nativo di Malta. Storace vanta un passato nei tedeschi Tea, un'interessante band di hard/prog stile Uriah Heep autrice di 3 albums, tutti molto validi: "Tea" ('75), "The Ship" '(76) ed il commerciale ma bellissimo "Tax Exile" ('77). Naegeli, il bassista originario, ufficialmente abbandona il combo svizzero ma in realtà continuerà a collaborare con i Krokus in veste di songwriter, produttore ed eventuale tastierista. Con "Metal Rendez-vous" i Krokus accantonano definitivamente l'hard incerto di "Pain Killer" a favore di un heavy-rock solido e massiccio ("Heatstrokes", "Come On", "Fire") di chiara matrice Ac/Dc. Storace si dimostra un ottimo vocalist, dotato di una voce roca e modulabile, molto vicina a quella di Bon Scott. Complessivamente tutto il gruppo appare migliorato tecnicamente così anche i brani più leggeri, come il singolo "Bedside Radio" o "Lady Double Dealer", non scivolano mai nel banale. Da segnalare inoltre la bellissima e molto intensa ballata a titolo "Streamer", nella quale Storace ci regala una delle sue migliori performances di sempre, e le particolari ed inizialmente disorientanti influenze reggae di "Tokyo Nights" che finiscono tuttavia per fare grande presa sull'ascoltatore. "Metal Rendez-vous" otterrà un ottimo successo, facendo guadagnare ai Krokus un posto nel bill di Reading insieme a U.F.O., Iron Maiden, Gillan, Whitesnake e Ozzy Osbourne. In definitiva un album impedibile per gli appassionati di heavy metal ottantiano.

Recensione realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: 8
Krokus - Hardware
Album Hardware
Label Ariola
Pubblication year 1981
Tracklist Celebration / Easy Rocker / Smelly Nelly / Mr.69 / She's Got Everything / Burning Bones / Rock City / Winning Man / Mad Racket
Line-up Marc Storace (vox), Fernando Von Arb (guitar), Tommy Kiefer (guitar), Chris Von Rohr (bass), Freddy Steady (drums)
"Hardware" è il degno successore di "Metal Rendez-vous", rispetto al quale appare più quadrato e spudoratamente Ac/Dc oriented. Il full-lenght in questione viene aspramente criticato da tutta la stampa di settore che inizia ad etichettare i Krokus come semplici cloni degli Ac/Dc. Per chi non ricerca l'originalità a tutti i costi "Hardware" è comunque un ottimo album, solido e trascinante, che raggiunge i picchi massimi con il singolo "Rock City", il cui video-clip, a suo tempo, era costantemente in rotazione su Videomusic, e grazie a brani ad alto voltaggio quali l'anthemica "Easy Rocker", la sofferta "Winning Man" oppure la demenziale "Mad Racket". Nonostante l'avversa opinione dei critici, la popolarità dei Krokus aumenta, tanto che "Hardware" conquisterà il disco d'oro. Vi segnalo come questo sia l'ultimo capitolo nel quale possiamo trovare impegnato, alla sei corde, lo sfortunato Tommy Kiefer che morirà suicida qualche anno dopo.

Recensione realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: 7,5
Krokus - One Vice At A Time
Album One Vice At A Time
Label Ariola
Pubblication year 1982
Tracklist Long Stick Goes Boom / Bad Boys Rag Dolls / Playin' The Outlaw / Save Me / Down The Drain / American Woman / I'm On The Run / To The Top / Rock'n'Roll
Line-up
Marc Storace (vox), Fernando Von Arb (guitar), Mark Kohler (guitar), Chris Von Rohr (bass), Freddy Steady (drums)
Con "One Vice At A Time" si viaggia verso una netta evidenziazione delle influenze Ac/Dc ed un accantonamento delle piacevoli variazioni che rendevano meno monolitici e per certi versi più appetibili i 2 predecessori; vedasi episodi quali "Tokyo Nights" e "Streamer", tratti da "Metal Rendez-Vouz", oppure la già citata "Celebration", estratta da "Hardware". Ovviamente l'album viene stroncato dai media specializzati, ma i kids amano i Krokus ed anche "One Vice At A Time" ottiene un ottimo riscontro di vendite, risultando, da questo punto di vista, un successo. Il tour seguente toccherà anche l'Italia, dove la band svizzera si esibirà ottenendo notevoli responsi. I Krokus ci regalano forti vibrazioni rock'n'roll grazie a "Bad Boys Rag Dolls", "Save Me" e alla grandiosa "Long Stick Goes Boom", un brano che ancora oggi "spacca il c***", incurante dell'usura del tempo. Non male la cover di "American Woman", recentemente riportata al successo da Lenny Kravitz.

Recensione realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: 7,5
Krokus - Headhunter
Album Headhunter
Label Arista
Pubblication year 1983
Tracklist Headhunter / Eat The Rich / Screaming In The Night / Ready To Burn / Nightwolf / Stayed Awake All Night / Stand And Be Counted / White Din / Russian Winter
Line-up Marc Storace (vox), Fernando Von Arb (guitar), Mark Kohler (guitar),Chris Von Rohr (bass), Steve Pace (drums)
L'anno seguente è la volta di "Headhunter", l'album che permette ai Krokus di raggiungere l'apice della notorietà conquistando addirittura il disco di platino negli States. I Krokus modificano leggermente la formula seguita nei precedenti lavori, eruttando il loro migliore lavoro di sempre. I brani sono più veloci, le sonorità più metalliche e spesso Judas Priest oriented. Non è un caso che la produzione sia affidata a Tom Allom, storico produttore dei Priest, e che in "Ready To Burn" sia presente ai cori, in veste di special guest, Rob Halford in persona. Pure in questo capitolo l'originalità viene di gran lunga messa da parte, tuttavia le songs risultano veramente memorabili e "sciabolate" come la title-track, "Nightwolf", "Ready To Burn" o "Russian Winter" risultano capaci di smuovere anche i morti. Si prosegue con l'eccellente, lunga e sofferta, ballata a titolo "Screaming In The Night" e la cover dei Bachman-Turner Overdrive "Stayed Awake All Night". La brillante "Eat The Rich" è il singolo prescelto, ed è probabilmente il brano più vicino allo stile classico del gruppo con palesi citazioni alla band degli indemoniati fratelli Young. "Headhunter" convince per la prima volta la critica, le recensioni sono positive ed il seguente tour di supporto ai Judas Priest è un vero e proprio trionfo. Purtroppo l'ottimo successo ottenuto negli States spingerà i Krokus ad "americanizzare" il loro stile, nel tentativo di conquistare definitivamente il ricco mercato americano, con risultati facilmente intuibili. Chris Von Rohr, in disaccordo con i compagni, abbandonerà la band alla fine del tour.

Recensione realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: 9
Krokus - The Blitz
Album The Blitz
Label Arista
Pubblication year 1984
Tracklist Midnite Maniac / Out Of Control / Boys Nite Out Y Our Love (Will Never Die) / Out To Lunch / Ballroom Blitz / Rock The Nation / Hot Stuff / Ready To Rock
Line-up Marc Storace (vox), Fernando Von Arb (guitar), Mark Kohler (bass), Jeff Klaven (drums)
Ecco l'album della svolta americana intuibile fino dalle foto del retro copertina nelle quali i nostri sfoggiano un look particolarmente "truzzo" e Von Arb mostra fiero la sua criniera tinta di biondo. In questo full-lenght l'heavy rock roccioso degli album precedenti viene accantonato a favore di un hard-pop annacquato e ben poco efficace. Brani quali "Out To Lunch" o "Boys Nite Out" sono veramente la fiera delle banalità, mentre risultano leggermente superiori il singolo "Midnite Maniac", accattivante quanto basta, e la cover di "Ballroom Blitz" degli Sweet, tutto sommato ben eseguita. Per ritrovare i veri Krokus bisogna però affidarsi all'irruente "Hot Stuff", alla veloce "Out Of Control" ed alla melodica e conturbante "Our Love (Will Never Die)". Davvero troppo poco per un album che al posto di bissare il successo di Headhunter finisce per deludere di gran lunga ogni aspettativa portando il pubblico europeo a voltare letteralmente le spalle alla band di Storace e lasciando indifferenti i fans statunitensi che accolgono "The Blitz" con atteggiamento freddo e distaccato. In compenso Storace riesce a far parlare di se grazie ad alcuni simpatici "scambi di opinione" con Vince Neil dei Motley Crue e Joe Elliott dei Def Leppard.

Recensione realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: 6