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Qeen Bee Super Electronic Cover
Artist: Queen Bee
Location: Detroit
Line-up: Karen Neal, Terry Bradley, Mike Kish, Brian O'blivion, Bravin Neff
Album: Super Electronic
Label & Pubblication Year: Self-Produced, 2000
Tracklist: Fine / Smitten / It's Alive / Crank / Baraboo / Fine Remix / Hot Alot
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La navetta spaziale di The Rock Explosion, lanciata dalle parti di Detroit, scova questa volta, la bionda bassista e cantante Karen Neal, leader dei Queen Bee. La carriera di Karen non è stata tutta rose e fiori: i Queen Bee si formano infatti nel 1998 quando lei ed il drummer Terry Bradley lasciano i Thrall. Dopo gli ottimi riscontri iniziali, Karen rimane senza band e si da alle più svariate professioni, riinventando se stessa come stilista, truccatrice, modella fetish, webmaster etc. La reginetta di Detroit ha dato alla propria figura svariate e poliedriche forme, passando da atteggiamenti prettamente glam ad immagini palesemente goth e fetish, fino ad arrivare ad un look impregnato dal puro sleale. A rimanerne influenzato è anche il proprio sound, che parte dal rock'n'roll per trovare sfogo verso parti più lisergiche o fughe in atmosfere cupe e spettrali o per giungere a componenti prettamente elettroniche le quali mi hanno vagamente ricordato i "Lords Of Acid". Tra l'altro nella band di Karen possiamo trovare all'opera, in alcuni episodi, Brian O'blivion , frontman degli ormai disciolti Trash Brats, in veste di chitarrista e alle prese con le background vocals. Il cd in questione si apre con "Fine" e la sua essenza punk rock, con belle aperture melodiche di facile presa e la voce di Karen terribilmente attraente e ben modulata. "Smitten" è un episodio di stampo power pop: catchy ma pervaso da parti teatrali, grazie all'operato delle background vocals. "It's Alive" mistura brevi parti di hip-hop, con riffs e assoli di chiara impronta metal. "Crank" è gelida e spettrale nel suo rarefatto incedere, contrassegnata da linee vocali originali, curate ed ottimamente interpretate. "Baraboo" è sostenuta da un frenetico ritmo tipicamente rock'n'roll mentre il remix elettronico di "Fine" è davvero troppo distante dai miei ascolti musicali preferiti. Per fortuna a chiudere il lavoro ci pensa una delle mie song preferite in assoluto; è tempo infatti di "Hot Alot", nella quale vengono addirittura riprese le tendenze alla Ramnstein! Danzabile e imprevedibile, la sessuale "Hot Alot" mette in mostra il lato più profondo del trasformismo sonoro dei Queen Bee. Quante bands riescono a mettere tante idee contrastanti in uno stesso cd o addirittura in una stessa song, amalgamando il tutto con coerenza e buoni risultati finali? Pochissime! Karen ha inventato la propria maniera di fare musica e dato l'esito si accaparra una buona parte della mia ammirazione!

Recensione realizzata da Bruno Rossi.
Vote: 7,5