Poison Official Website
Poison Hollyweird Cover
Artist: Poison
Location: U.S.A.
Line-up: Bret Michaels (vocals), C.C. DeVille (guitar), Bobby Dall (bass), Rikki Rockett (drums)
Album: Hollyweird
Label & Pubblication Year: Cyanide/Venus, 2002
Tracklist: Hollyweird / Squeeze box / Shooting star / Wishful thinkin’ / Get ‘ya some / Emperor’s new clothes / Devil woman / Wasteland / Livin’ in the now / Stupid, stoned and dumb / Home (Bret’s story) / Home (C.C. story) / Rockstar
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"I want to be a big rock star, i want to drive a big black car” e non c’è più da fare per nessuno, Bret e soci hanno riattaccato la spina e il rock’n’roll party può ricominciare. “Hollyweird” è un concentrato di semplicità e di energia che punta dritto dritto a rinverdire in chiave leggermente più soft i fasti dei primi lavori del “Veleno”, non dimenticando tuttavia le esperienze più blues di “Native tongue” (‘93) e “Crack a smile” (’96) ed una strizzata d’occhio al punk d’autore degli indimenticabili Ramones. Quest’ultima fatica, pure non potendosi definire un album “totale”, i 13 episodi proposti dai nostri mostrano qua e là qualche calo, vive di singole songs dotate di un tiro micidiale. Dinamitarda risulta “Squeeze box” cover degli Who risalente al ’75 ripropostaci in una versione velocizzata, potenziata e resa oltremodo catchy nel suo ritornello di sicuro impatto. “Devil woman” è una glam rock song dove il fun viene arricchito da venature blues grazie all’armonica di Michaels. “Home” ci viene riproposta in due versioni differenti caratterizzate da stessa musica e stesso ritornello ma testi differenti interpretati prima da Bret e successivamente da C.C.DeVille. L’album si macchia così di venature punk alla Ramones, con la chitarra di C.C. impegnata nel solito roboante giro ed il coretto ruffiano di turno. Ma non è finita la più pacata “Shooting star”, le più spedite “Wishful thinkin’”, “Livin’ in the now” e “Rockstar” puzzano ancora di Sunset Boulevard anni ’80 come la stralunata “Stupid, stoned and dumb”. La produzione a cura di Thom Panunzio risulta essere molto buona con suoni incisivi, discretamente potenti e puliti. Probabilmente qualche fans di vecchia data accuserà questo disco di essere fin troppo leggero, e gli estimatori dell’era Kotzen forse non lo prenderanno nemmeno in considerazione. Tuttavia “Hollyweird” pure se destinato a non raggiungere la fama di classico come i vetusti “Look the cat dragged in” (‘86) e “Open up and say…ahh!” (’88) brilla di una luce propria; di quella capacità di esprimere sempre melodie in grado di suscitare allegria nell’ascoltatore. I Poison pure evolvendosi e spaziando fra diverse influenze hanno sempre dato alla luce dei lavori onesti e apprezzabili. Poison, il rock’n’roll è ancora una volta salvo.

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
Vote: 7,5