The Dontcares Official Website | Big Bongo Records Official Website
The Dontcares Ugly...But Well Hung Cover
Artist: The Dontcares
Location: Sweden
Line-up:

Rex Superior (guitar and vocals), Dolt Dolorez (guitar and backing vocals), Goddamned Daniel (bass and backing vocals) e Kekko the Hitman (drums)

Album: Ugly...But Well Hung
Label & Pubblication Year: Big Bongo Records 2003
Tracklist: Motorpunk / 1-900-555 / Dodge dart 69 / Drinkin on my own / Evil sexmachine / See right through you / Bring out the gimp / Big bad wolf / Amphetamine / G.S.B. / Hell in my machine / Goddamned to kill / Revolution 2003 / Biting the ball
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Gran bella sorpresa mi giunge dal primo full length dei furibondi svedesi The Dontcares. Il combo scandinavo porta in giro le proprie depravazioni ed un’attitudine “posseduta” e demoniaca da oramai 7 anni. Così dopo avvicendamenti vari, la partecipazione ad alcune compilations, tra le quali “A Fist Full Of Rock’n’Roll, Vol. 11”, ed alcuni 7’’ i The Dontcares arrivano alla line-up attuale e rilasciano questo “proiettile impazzito” titolato “Ugly …but well hung” proponendosi come la punta di diamante della giovane scuderia Big Bongo Records. Rex Superior (guitar and vocals), Dolt Dolorez (guitar and backing vocals), Goddamned Daniel (bass and backing vocals) e Kekko the Hitman (drums) eruttano 14 songs brevissime, in un guazzabuglio di stilemi caro, in primis, agli Zeke ed ulteriormente infarcito e permeato da puntate nella violenza thrash degli Slayer e dall’impatto dei migliori Motorhead. Si corre tremendamente veloci nella thrash’n’roll oriented “1-900-555”, si ripescano alcune caratteristiche degli Entombed più death’n’roll in “Dodge dart 69”, nella quale fa capolino il growl delle backing vocals, mentre con la successiva “Drinkin on my own” i The Dontcares sembrano in tutto e per tutto calcare le orme degli Zeke e di una song quale “Crossroads” (tratta da “Death Alley” del 2001): batteria iper veloce, speed killer guitar work e chorus lerci ed incisivi. Lo sballo totale continua con “See right through you” e con la prestanza metallica di “Bring out the gimp” fino a quando esplodono le devastanti “Big bad wolf” e “G.S.B.” sulle quali aleggia incontrastato lo spirito di Lemmy Killmister e di “Ace of Spades”. C’è tempo poi per l’anthemica e coinvolgente “Hell in my machine” alla quale assegno l’oscar quale migliore song di “Ugly…but well hung”. Lo speed punk thrash’n’roll dei nostri continua a mietere vittime con “Goddamned to kill” e “Revolution 2003” fino a quando arriva inaspettata la strumentale “Beating the ball”: capace di chiudere il lavoro chiamando direttamente in causa gli Slayer di “Angel of Death” (tratta da “Reign in blood del 1986). Il messaggio trasmesso da questi demoni svedesi è più o meno il seguente: non c’importa un fico secco di essere brutti e poco originali, l’unica cosa che sappiamo fare è essere veloci, sporchi, cattivi e d’indubbia qualità, senza mai confondere il fracasso fine a se stesso con la buona musica. Se siete su questa frequenza d’onda sfodererete, come il sottoscritto, la “mano cornuda!” e l’adrenalina funesterà per una ventina di minuti abbondanti i vostri corpi, se non lo siete “we don’t care”!!!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
Vote: 8-