Audioslave Official Website
Audioslave S-t Cover
Artist: Audioslave
Location: U.S.A.
Line-up: Chris Cornell (vocals), Tim Commerford (bass), Tom Morello (guitar), and Brad Wilk (drums)
Album: Audioslave
Label & Pubblication Year: Sony, 18 November, 2002
Tracklist: Cochise / Show Me How To Live / Gasoline / What You Are / Like A Stone / Set It Off / Shadow On The Sun / I Am The Highway / Exploder / Hypnotize / Bring 'Em Back Alive /Light My Way / Getaway Car / The Last Remaining Light
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Audioslave, una band sinonimo di aspettative (altissime), paragoni (illustri) e qualche interrogativo (giustificato). Cosa aspettarsi dai Rage Against The Machine che sostituiscono un rapper quale il portoricano Zack De La Rocha con Chris Cornell, senza dubbio una delle più grandi voci che il rock degli ultimi anni ricordi, ma che obiettivamente ha poco a che spartire con le cadenze di matrice hip-hop del suo predecessore? Senz’altro il valore oggettivo dei musicisti induce l’ascoltatore ad aspettarsi un capolavoro, ma tralasciando per un attimo la qualità della musica, non vi nego che sarebbe bello ascoltare questo disco senza conoscere le esperienze passate di questi quattro americani, dato che il loro più grosso handicap in questa sede è il passato. Soundgarden e RATM sono stati due gruppi molto importanti per il rock degli anni ’90, paragonare gli Audioslave a questi due gruppi è pressoché inevitabile, anche se in un certo qual modo fastidioso. Diciamo che dei primi riprendono la potenza, l’impatto, nonché l’oscurità di alcuni passaggi, mentre dai secondi abbiamo in eredità una perizia tecnico/strumentale di livello davvero molto alto. Nel dettaglio, la chitarra di Tom Morello è come sempre di ottima fattura in ogni contesto in cui si cimenta, ora stoppata, ora acida, ora tagliente. La sezione ritmica di Brad Wilk e Tim E. è precisa e produce groove piuttosto interessanti, anche se Matt Cameron, ai tempi di Cornell nei Soundgarden, era ad un livello quasi alieno. La voce di Cornell non credo necessiti di presentazioni di alcun genere. Si tratta semplicemente di uno dei vocalist più in gamba degli anni novanta, e la sua voce è la classica ciliegina sulla torta che rende quest’album unico. “Cochise” apre l’album puntando su un muro sonoro di notevole impatto, con un Cornell pronto a ribadire ancora una volta la forma smagliante in cui versa la sua ugola. Di tanto in tanto riusciamo a cogliere nei vari pezzi qualche richiamo stoner o magari vaghe similitudini con gli ultimi QOTSA, ma si tratta più che altro di spezie dosate in maniera corretta, con il compito di rendere l’album variegato e sicuramente poco stantio. “Set It Off” e l’acida “Light My Way” sono gli episodi più imparentati coi RATM, fortunatamente depurati di vocals rappate e testi politicizzati, mentre “What You Are” parte calma con le sue strofe, per sfociare poi in un esplosivo ritornello di Soundgardeniana memoria, davvero uno degli highlights migliori dell’album. “Like A Stone” e “I Am The Highway” si presentano invece come due ballads malinconiche davvero di ottima fattura, che avrebbero tantissimo da insegnare agli ultimi aborti in materia targati RHCP, ma questa è un’altra storia… Se proprio volessimo trovare un punto debole, potremmo indicare l’eccessiva durata (65 minuti per 14 pezzi), che può far risultare il disco un po’ pesante da metabolizzare, almeno a coloro che non masticano abitualmente queste sonorità. In ogni caso si tratta di un lavoro davvero ottimo, sicuramente una delle migliori releases dell’anno. Tuttavia se pensiamo che a partorirlo sono stati musicisti dalle potenzialità eccezionali quali Cornell e Morello, possiamo renderci conto di come questo “Audioslave” può essere considerato l’inizio di un qualcosa di molto più grande e immenso. Sinceramente ho paura di immaginare dov’è che potrebbero arrivare questi quattro ragazzi nel prossimo futuro.

Recensione Realizzata da Tony Aramini.
Vote: 8-