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Adam West God's Gift To Women Cover
Artist: Adam West
Location: U.S.A.
Line-up: Jake Starr (throat), Dan-o Deckelman (guitar), Steve (bass & vocals), Ben Brower (drums)
Album: God's Gift To Women
Label & Pubblication Year: People Like You, Agosto 2003
Tracklist: Devilishly handsome / Trying to be a man in a woman’s world / Gets me off / Wishbone / Second sight / Eye to eye / There’s a bimboo under my bed / God’s gift to women / Hotsy totsy / The future’s on my side / Center stage / The floozy / In the back of my hearse (lo-fi)
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Gli Adam West giungono con questo “God’s gift to women” al 4° full lenght della loro carriera, lasciandosi alle spalle una discografia labirintica composta da una ventina di 7”, fra i quali spiccano gli split in compagnia di Richshaw, The Hellacopters e Maryslim, una decina di Ep e, come se non bastasse, la partecipazione a svariate compilations. Una produttività notevole (sicuramente causa di interminabili ricerche e scleri annessi dei più implacabili ed incalliti collezionisti vinilomani del pianeta) nonostante gli Adam West siano in giro da più di un decennio. In questo lasso di tempo il combo statunitense è stato in grado di togliersi tante belle soddisfazioni, fra le quali vi citerei la vittoria, per 4 anni consecutivi, dal ’98 a al 2002, del Washington Area Music Association Wammie Award in veste di migliore Hard Rock Group e i 3 tours europei completati in qualità di headliner. La proposta degli Adam West miscela il garage punk dei 60's con elementi provenienti da bands seminali quali Stooges, Mc5, Ac/Dc e Kiss. Jake Starr, unico superstite della formazione originale del 1992, è un cantante di razza, aggressivo e sporco, capace di interpretare alla perfezione le scalcianti trame ritmiche messe in moto dalla batteria di Ben Brower e impreziosite dall'operato di Steve al basso e Dan-o-Deckleman alla chitarra. Su "God's gift the women" potrete trovare l'alta carica energetica dell’opener “Devilishly handsome”, la sguaiata ed eloquente prestanza di "Trying to be a man in woman's world", il grezzo incedere dal sapore boogie di "Gets me on" e “The future on my side” ed i cori urlati di "Wishbone" (ulteriormente impreziosita da un guitar work solista capace di scorrere via fra scaglie di elettricità impazzita ed ottime melodie). A spezzare questa spessa coltre di chitarre fumanti ci pensa il lento, dai connotati acustici, a titolo "Second sight". Un episodio discreto che viene ampiamente riscattato appena gli amplificatori tornano a bruciare sulle note di "Eye to eye" e sui riffs ruffiani e granitici di "There's a bimbo under my bed". I ritmi continuano a salire con la forsennata titletrack, una dannata wicked song arricchita da martellanti accelerazioni. Se “Hotsy tonsy” e “The future’s on my side” scappano via senza alti né bassi ci pensano le tiratissime “Center stage” e “The Floozy” (mia fav song) a non farci perdere la voglia di scuotere i nostri corpi per tutta la rock’n’roll nite. Si chude con la lo-fi “In the back of my hearse”, una semplice e marcissima song d’altri tempi con tanto di divagazione pianistica. “God’s gift to women” potrebbe benissimo intitolarsi “This is rock’n’roll” : niente di nuovo, niente di stratosferico, solo tanta attitudine supportata da doti tecniche e da una produzione di indubbio valore. Se sono queste le doti che ricercate allora fate un posticino nella vostra discoteca personale vicino a "Raw power", "God's gift to women" potrebbe trovarsi splendidamente a suo agio!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
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